Politica dell’istruzione
Politica dell’istruzione
Politica comunitaria finalizzata a migliorare la qualità dell’insegnamento negli Stati membri.
L’intervento comunitario volto alla promozione dell’istruzione in ambito europeo trova il suo fondamento giuridico nell’art. 149 del Trattato CE, il quale prevede che la Comunità contribuisca allo sviluppo della cooperazione tra gli Stati membri in questo settore, pur rispettando le loro diversità linguistiche e culturali.
L’azione della Comunità è tesa al perseguimento dei seguenti obiettivi:
— sviluppare la dimensione europea dell’istruzione, con particolare riguardo all’apprendimento e alla diffusione delle lingue negli Stati membri;
— incoraggiare la mobilità degli studenti e degli insegnanti, anche attraverso la promozione del riconoscimento accademico delle lauree e dei diplomi (v. NARIC);
— favorire la cooperazione fra gli istituti di insegnamento;
— agevolare lo scambio di informazioni e di esperienze fra gli Stati membri sui problemi inerenti i sistemi di insegnamento;
— sostenere lo sviluppo dell’istruzione a distanza.
È esclusa tuttavia la previsione di interventi volti ad armonizzare i sistemi scolastici degli Stati membri, che continueranno ad essere di esclusiva competenza di questi ultimi. Tale limitazione ha ridotto notevolmente l’incidenza dell’intervento comunitario in questo campo.
Nell’ambito della politica dell’istruzione è possibile adottare:
— azioni di incentivazione, avvalendosi della procedura di codecisione (v.);
— raccomandazioni, con deliberazioni del Consiglio adottate a maggioranza qualificata (v.).
La previsione di una politica specificamente dedicata all’istruzione in ambito europeo si è avuta soltanto con la stipula del Trattato di Maastricht (v.), in seguito alla presa di coscienza che lo sviluppo socio-culturale degli Stati membri, l’adattamento alle nuove tecnologie informatiche e la crescita dell’occupazione fossero inevitabilmente condizionate all’attuazione di interventi mirati nel campo dell’istruzione e della formazione professionale (v. Politica della formazione professionale).
Nonostante l’assenza di specifiche disposizioni nel testo dei Trattati istitutivi, nel 1976 i ministri dell’industria degli Stati membri avevano provveduto ad istituire i primi due strumenti in questo settore: Eurydice (v.), diretto a migliorare la diffusione dell’informazione concernente lo sviluppo dell’istruzione nella Comunità attraverso l’impiego di una rete informatica europea, e Arion, per l’organizzazione di visite di studio per specialisti dell’istruzione.
Negli anni successivi furono avviati i programmi Erasmus (v.), per favorire la mobilità degli studenti, Lingua (v.), per l’apprendimento delle lingue straniere, e Tempus (v.), sulla mobilità transeuropea dei docenti.
Tuttavia è solo a partire dagli anni ’90 che si è cominciato ad assistere ad una riorganizzazione sistematica degli interventi nel settore dell’istruzione.
Nel settembre 1993 la Commissione ha provveduto a redigere un Libro verde (v.) sulla dimensione europea dell’istruzione, cui ha fatto seguito l’adozione di un Libro bianco (v.) intitolato “Insegnare e apprendere: verso la società cognitiva”, pubblicato in occasione dell’ “Anno europeo dell’istruzione e della formazione lungo tutto l’arco della vita”, proclamato dal Consiglio per il 1996.
Il documento traccia alcune linee d’azione da seguire per contrastare la disoccupazione giovanile e favorire l’inserimento permanente dei giovani nella vita lavorativa. Fra queste, la lotta all’esclusione scolastica, il sostegno all’apprendimento di nuove discipline e all’insegnamento di tre lingue comunitarie negli Stati membri.
Tali orientamenti si sono in seguito tradotti in una serie di programmi d’azione, come il programma Socrates (v.), che raggruppa e sviluppa una serie di azioni precedentemente avviate (Erasmus, Lingua, Tempus etc.), e il programma >Gioventù per l’Europa (v.), lanciato nel 1995 nell’intento di garantire l’accesso all’istruzione agli studenti meno favoriti.
Il piano d’azione “Apprendere nella società dell’informazione”, adottato dalla Commissione per il periodo 1997-1998, ha in seguito promosso il collegamento fra scuole primarie e secondarie della Comunità attraverso l’impiego di reti elettroniche e di strumenti multimediali. In questo contesto si è provveduto alla creazione della banca dati Ortelius (v.), volta ad offrire una fonte centralizzata di informazioni concernenti l’insegnamento superiore in Europa.
Per il periodo 2000-2006, è stata infine diffusa una comunicazione intitolata “Per un’Europa della conoscenza”, in cui viene prospettata l’adozione delle seguenti misure:
— lo sviluppo di progetti pilota (v.) fondati su partenariati transnazionali;
— la diffusione della mobilità fisica e virtuale degli insegnanti, attraverso l’impiego delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione;
— la promozione delle reti di cooperazione a livello europeo;
— lo sviluppo delle competenze linguistiche e culturali.
Nonostante gli innegabili progressi compiuti negli ultimi anni, parecchi ostacoli si frappongono ancora al pieno sviluppo della dimensione europea dell’istruzione.
Al freno esercitato da alcune istituzioni dell’insegnamento, le quali temono che la Comunità possa condizionare in modo eccessivo l’organizzazione e la programmazione dell’istruzione, si aggiungono infatti numerose difficoltà di ordine pratico relative all’effettiva mobilità di studenti e insegnanti. Tali problemi riguardano principalmente lo status giuridico dei tirocinanti, il mancato riconoscimento delle qualifiche ottenute in altri paesi e gli impedimenti fiscali che gravano sulle borse di ricerca.
Politica dell’istruzione
Base giuridica: art. 149 Trattato CE
Direzione generale responsabile: Direzione generale dell’istruzione e della cultura
Sito Internet:
www.europa.eu.int/comm/dgs/education_culture/index_it.htm
Voci collegate: Comenius, Gioventù, Gioventù per l’Europa, Erasmus, Eurydice, Istituto universitario europeo, Lingua, NARIC, Mutuo riconoscimento dei titoli di studio, Ortelius, Servizio volontario europeo per i giovani, Socrates, TEMPUS, Università
Politica comunitaria finalizzata a migliorare la qualità dell’insegnamento negli Stati membri.
L’intervento comunitario volto alla promozione dell’istruzione in ambito europeo trova il suo fondamento giuridico nell’art. 149 del Trattato CE, il quale prevede che la Comunità contribuisca allo sviluppo della cooperazione tra gli Stati membri in questo settore, pur rispettando le loro diversità linguistiche e culturali.
L’azione della Comunità è tesa al perseguimento dei seguenti obiettivi:
— sviluppare la dimensione europea dell’istruzione, con particolare riguardo all’apprendimento e alla diffusione delle lingue negli Stati membri;
— incoraggiare la mobilità degli studenti e degli insegnanti, anche attraverso la promozione del riconoscimento accademico delle lauree e dei diplomi (v. NARIC);
— favorire la cooperazione fra gli istituti di insegnamento;
— agevolare lo scambio di informazioni e di esperienze fra gli Stati membri sui problemi inerenti i sistemi di insegnamento;
— sostenere lo sviluppo dell’istruzione a distanza.
È esclusa tuttavia la previsione di interventi volti ad armonizzare i sistemi scolastici degli Stati membri, che continueranno ad essere di esclusiva competenza di questi ultimi. Tale limitazione ha ridotto notevolmente l’incidenza dell’intervento comunitario in questo campo.
Nell’ambito della politica dell’istruzione è possibile adottare:
— azioni di incentivazione, avvalendosi della procedura di codecisione (v.);
— raccomandazioni, con deliberazioni del Consiglio adottate a maggioranza qualificata (v.).
La previsione di una politica specificamente dedicata all’istruzione in ambito europeo si è avuta soltanto con la stipula del Trattato di Maastricht (v.), in seguito alla presa di coscienza che lo sviluppo socio-culturale degli Stati membri, l’adattamento alle nuove tecnologie informatiche e la crescita dell’occupazione fossero inevitabilmente condizionate all’attuazione di interventi mirati nel campo dell’istruzione e della formazione professionale (v. Politica della formazione professionale).
Nonostante l’assenza di specifiche disposizioni nel testo dei Trattati istitutivi, nel 1976 i ministri dell’industria degli Stati membri avevano provveduto ad istituire i primi due strumenti in questo settore: Eurydice (v.), diretto a migliorare la diffusione dell’informazione concernente lo sviluppo dell’istruzione nella Comunità attraverso l’impiego di una rete informatica europea, e Arion, per l’organizzazione di visite di studio per specialisti dell’istruzione.
Negli anni successivi furono avviati i programmi Erasmus (v.), per favorire la mobilità degli studenti, Lingua (v.), per l’apprendimento delle lingue straniere, e Tempus (v.), sulla mobilità transeuropea dei docenti.
Tuttavia è solo a partire dagli anni ’90 che si è cominciato ad assistere ad una riorganizzazione sistematica degli interventi nel settore dell’istruzione.
Nel settembre 1993 la Commissione ha provveduto a redigere un Libro verde (v.) sulla dimensione europea dell’istruzione, cui ha fatto seguito l’adozione di un Libro bianco (v.) intitolato “Insegnare e apprendere: verso la società cognitiva”, pubblicato in occasione dell’ “Anno europeo dell’istruzione e della formazione lungo tutto l’arco della vita”, proclamato dal Consiglio per il 1996.
Il documento traccia alcune linee d’azione da seguire per contrastare la disoccupazione giovanile e favorire l’inserimento permanente dei giovani nella vita lavorativa. Fra queste, la lotta all’esclusione scolastica, il sostegno all’apprendimento di nuove discipline e all’insegnamento di tre lingue comunitarie negli Stati membri.
Tali orientamenti si sono in seguito tradotti in una serie di programmi d’azione, come il programma Socrates (v.), che raggruppa e sviluppa una serie di azioni precedentemente avviate (Erasmus, Lingua, Tempus etc.), e il programma >Gioventù per l’Europa (v.), lanciato nel 1995 nell’intento di garantire l’accesso all’istruzione agli studenti meno favoriti.
Il piano d’azione “Apprendere nella società dell’informazione”, adottato dalla Commissione per il periodo 1997-1998, ha in seguito promosso il collegamento fra scuole primarie e secondarie della Comunità attraverso l’impiego di reti elettroniche e di strumenti multimediali. In questo contesto si è provveduto alla creazione della banca dati Ortelius (v.), volta ad offrire una fonte centralizzata di informazioni concernenti l’insegnamento superiore in Europa.
Per il periodo 2000-2006, è stata infine diffusa una comunicazione intitolata “Per un’Europa della conoscenza”, in cui viene prospettata l’adozione delle seguenti misure:
— lo sviluppo di progetti pilota (v.) fondati su partenariati transnazionali;
— la diffusione della mobilità fisica e virtuale degli insegnanti, attraverso l’impiego delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione;
— la promozione delle reti di cooperazione a livello europeo;
— lo sviluppo delle competenze linguistiche e culturali.
Nonostante gli innegabili progressi compiuti negli ultimi anni, parecchi ostacoli si frappongono ancora al pieno sviluppo della dimensione europea dell’istruzione.
Al freno esercitato da alcune istituzioni dell’insegnamento, le quali temono che la Comunità possa condizionare in modo eccessivo l’organizzazione e la programmazione dell’istruzione, si aggiungono infatti numerose difficoltà di ordine pratico relative all’effettiva mobilità di studenti e insegnanti. Tali problemi riguardano principalmente lo status giuridico dei tirocinanti, il mancato riconoscimento delle qualifiche ottenute in altri paesi e gli impedimenti fiscali che gravano sulle borse di ricerca.
Politica dell’istruzione
Base giuridica: art. 149 Trattato CE
Direzione generale responsabile: Direzione generale dell’istruzione e della cultura
Sito Internet:
www.europa.eu.int/comm/dgs/education_culture/index_it.htm
Voci collegate: Comenius, Gioventù, Gioventù per l’Europa, Erasmus, Eurydice, Istituto universitario europeo, Lingua, NARIC, Mutuo riconoscimento dei titoli di studio, Ortelius, Servizio volontario europeo per i giovani, Socrates, TEMPUS, Università